17) Teatro e doppiaggio

"Instead of wondering when your next vacation is, maybe you should set up a life you don't need to escape from."
(Seth Godin)

- 142.

Ricapitolando fin qui:
sono passati quasi quattro mesi da quando ho iniziato questo percorso di trasformazione e di ricerca della felicità, ho perso quasi 7 kg (la gente fa commenti, inizia ad accorgersene); abbiamo terminato la parte propedeutica di vocalità, fonetica e dizione in Accademia e ho cambiato completamente il mio modo di parlare. Ho terminato la mia prima settimana di ferie in montagna e ho camminato all'aperto. Il giorno me lo tengo per studiare, seduta all'ombra fresca di qualche albero, la sera per scrivere. La duplicità mi attanaglia in tutte le cose, ma ho intenzione di pubblicare uno dei due manoscritti che sto finendo. Ho programmato e sto facendo una seconda settimana al mare, e poi ci sarà lo stage di teatro. Prima di rientrare... in ufficio.

Ci sono nuove cose da dire.
Attenzione, clamoroso deus ex machina segue.

Il mio contratto attuale è a tempo determinato, non manca molto perché scada per la sesta e ultima volta. Scadrà prima della fine dei miei otto mesi di pianificazione. E sarebbe una fine precoce se non accettassi l'offerta di assunzione finale a tempo indeterminato che segue l'ultimo rinnovo consentito dalla legge. Ovvero, rimarrei senza fondi troppo presto per portare avanti tutti i miei progetti. Questo voi non lo sapevate ancora. Non ne ho parlato prima perché non contavo la scadenza come fine. In azienda da noi è più una prassi che altro la gestione a rinnovo dei contratti fino ad assunzione definitiva. Quello che non sapevo io è che, se invece non accetto la proposta di assunzione a tempo indeterminato, e lascio scadere il contratto adesso, ho diritto a un sussidio mensile di disoccupazione da parte dello Stato del valore di 3/4 del mio stipendio attuale, della durata di un anno complessivo, che mi consentirebbe di prendermi un periodo sabbatico di 12 mesi per investire sul futuro con le spalle coperte.

Io che, tra la liquidazione e il resto, stavo abbandonando comunque, contando di vivere di rendita dalla disperazione.
L'ho saputo prima di partire per la montagna parlando con MJ e gli altri amici. Per la verità, sembravo essere l'unica persona al mondo a non conoscere questa cosa. Ebbene, per queste cose sono un'ingenua e mi scuso. Ma qui il punto è che questo cambia tutto. Lasciando scadere il contratto, non lasciandomi assumere a tempo indeterminato per poi licenziarmi a tradimento, nessuno va a rimetterci niente. E io ci guadagno un anno di ossigeno per poter ricominciare a stare bene.

Queste ferie mi stanno facendo rinascere, e mi stanno dall'altro lato allontanando anni luce dalla realtà. Non so come fare a tornare. Ci sono stati episodi di crisi d'ansia e panico che non riesco, non voglio più, gestire. Stavo tenendo duro, ma, quello che non mi aspettavo, e che mi ha spaventato, è che il corpo iniziasse a cedere.
Una notte, nel sonno, la mancanza di respiro mi ha svegliato all'improvviso.

È ora di andare. Basta così.

In tempi non sospetti, mi aveva anche arrovellato la frustrazione per l'ennesima condizione di temporaneità del mio contratto lavorativo. E invece, ecco un altro abbraccio dall'alto. Ché alla fine tutto ha un senso.

Il mio Midori Traveler's Book - Il Tempo delle Cose Nuove

Non so se lo conoscete, si chiama Midori, Midori Traveler's Notebook. Sul cuoio della mia copertina ho fatto tatuare una fenice, perché è qui che è nato il mio tempo delle cose nuove ed è qui che cresce ogni giorno.

Al mio rientro dalle ferie comunicherò a tutti la mia decisione. Ormai si tratta di poco più di un mese per salutare e iniziare la mia nuova vita. E io spero di arrivarci viva, perché, di fatto, ho già salutato tutti.
Nel frattempo, sto preparando un monologo per lo stage sul Metodo Stanislavskij - Strasberg che avverrà la settimana prossima, di cui voi ancora non sapete.

Il fatto è che, dal niente, devi prender su e:
1) scegliere un pezzo dal repertorio classico o contemporaneo (e chi lo conosce "il repertorio"?);
2) rimettere alla prova, dopo secoli che hai finito la scuola, la tua capacità di memorizzazione (si sta parlando di 10 minuti di soliloquio...);
3) rendere il tutto emotivamente credibile. (Ne vogliamo parlare?)

A settembre partiremo con recitazione, in Accademia, e tra le mie letture attuali c'è Il lavoro dell'attore su sé stesso di Stanislavskij, il suo secondo, Il lavoro dell'attore sul personaggio, e poi anche un pratico Metodo Strasberg in dieci lezioni di Ombretta De Biase.
Fare lo stage mi sembra un ottimo modo di accorciare i tempi e viverlo anche sulla pelle, il Metodo.

C'è questo blog interessante che si chiama Drama Queen da cui sono andata a pescare informazioni per la scelta del monologo. Dopo un'attenta lettura di tutto (molto brava l'autrice e utili i contenuti), scopro che esistono libri che raccolgono monologhi per provini. Quattro secondi dopo, Grandi monologhi del teatro contemporaneo Vol. I, 50 scene d'autore per donna (di Rodolfo Di Giammarco e Claudia Di Giacomo) è nel mio carrello online. Una settimana dopo, nella mia valigia pronta per la montagna.

Alla fine, scelgo il monologo di Solange, tratto da Le Serve di Jean Genet.

Non so come andrà a finire questa cosa; diciamo che me la sto facendo sotto. E la preparazione è durissima, a partire dalla memorizzazione. Ho la deformazione professionale degli anni di studio tra superiori e università: vado per concetti, non ricordo le parole esatte! Perciò, frasi come "è in virtù di quanto ho fatto" diventano "è per via di ciò che ho fatto". E, quando riguardo il foglio, muoio un po' dentro.

Ma la verità è che adoro le sfide, quelle che vedono me stessa come avversaria. E ho bisogno di capire perché in Accademia continuano a dirci che per fare doppiaggio bisogna aver fatto teatro. Facciamolo, capiamo, godiamocela.

Quando il mio Midori sarà pieno, starò tenendo tra le mani molto più di un diario estraibile con la copertina di cuoio. E, aggiunto al fatto che la seconda cosa che mi mette di buon umore, oltre agli acquisti in libreria, è la cancelleria (!), quando prendo il mio Midori in mano, con tutto quello che contiene e che rappresenta, mi sento come una bambina che trova una bicicletta nuova sotto l'albero di Natale. Nessuna bambina pensa Non ci so andare di fronte a una visione del genere. Piuttosto le corre incontro con tutte le braccia che ha e le si spalanca sopra. La inforca, la fa sua, anche senza metodo. Finge di essere già lontana. E in quel momento sa che cos'è la felicità. Quello che deve ancora venire non ha importanza. È la parte migliore.

Sono quella bambina.
Sono la fenice.

(Al momento sono anche una fenice magra e abbronzata. Sono una fenice commossa.)

 

Persi 6 kg. Seconda medaglia d'argento.

Traccia il mio picco, in corso 6.8 kg.

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