Fiori per Algernon. Troppo intelligente per essere felice?

Quest'anno, uno dei regali più belli che ho ricevuto lo devo a una persona cara: il romanzo di Daniel Keyes, Fiori per Algernon.

La dedica conteneva questa frase:

"L'intelligenza e l'educazione che non siano temperate dall'affetto umano non valgono nulla."

Non vedevo l'ora di leggerlo.

La stessa persona – mentre qualche settimana dopo giocavamo stordite dal pranzo e dal caldo, con discorsi profondi del tipo quali segni zodiacali vanno d'accordo con quali – mi ha detto che lei, Ariete, in generale, fa fatica con i Gemelli perché sono "troppo".

Voi siete "tutto troppo. Troppo tutto".

E io, per smentirla, naturalmente sono qui a scriverci un articolo sopra.

Intro

Avete mai avuto la sensazione che la vostra sensibilità fosse un ostacolo? Di sentire troppo, pensare troppo, vivere tutto con una profondità che agli altri sembra eccessiva?
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Da Cannes alla realtà: essere madri oggi

Essere madri oggi Cannes 2025

Al Festival di Cannes 2025, una delle tendenze più evidenti è stata una nuova rappresentazione della maternità.

Finora, il cinema ci aveva abituati a madri-simbolo: angeli del focolare, sante del sacrificio, donne infallibili e instancabili, dolci o isteriche ma pazienti, realizzate nella maternità, capaci di fare tutto e farlo con il sorriso, o anche borbottando, ma farlo.

Al massimo a ciabatte volanti, nei film italiani.

Modelli che non contemplano dubbi, fatica, ambivalenze.
E nemmeno l'eventualità che una donna possa non voler essere madre.

Il nuovo cinema rompe questi cliché. Prende l'immagine della madre, la frantuma, e la restituisce per quello che è: una persona. Complessa, imperfetta, reale. Leggi tutto "Da Cannes alla realtà: essere madri oggi"

37) Ri/conoscersi

"La musica è una rivelazione più profonda di ogni saggezza e filosofia. Chi penetra il senso della mia musica potrà liberarsi dalle miserie in cui si trascinano gli altri uomini."
(Ludwig van Beethoven)

Hey, Tu.
Come te la passi?
Ho voglia di vederti. Che mi racconti chi sei, magari con una cioccolata calda fra le mani, in mezzo a mille foreste.
Io ti devo raccontare di come il teatro mi stia trascinando dentro
e di come il doppiaggio mi abbia riportato l'amore;
dei miei articoli settimanali
del manoscritto
e di tutto il resto.
Ho ricominciato a dipingere, e ci metto altri mondi lì
che mi fanno sentire al sicuro perché li riconosco
O volti e luoghi che ci devo andare
E poi spero
spero con tutta l'anima
di non finire mai più incatenata in un ufficio in attesa di morire con la sensazione di aver fatto il mio dovere, basta che sia sistemata.
(Che avessero tentato di sistemarmi è sicuro.)
Il mondo gira dalla parte sbagliata. Ma la vita è troppo bella.
Per farsi ingoiare via. C'è troppa roba da scoprire, da conoscere, c'è troppo da amare.
Tenersi lontani dallo schifo o buttarsi nel mezzo per ripararlo?
Non lo so, non credo di essere in grado di riparare niente.
So che l'unico vero dovere che ho è di essere felice. E, di conseguenza, passare la felicità agli altri come un testimone, fino alla fine della corsa.
Amare chi sono e quello che faccio è il primo passo.
Per citare Lorenzo, il resto va da sé, non lo so.

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33) Come il mare

"Ma poi mi domando: se metto a tacere il mio inquieto desiderare, il mio sovreccitato fervore e questa mia natura stupidamente affamata - che cosa farò allora della mia energia?
Ecco la risposta della guru: Cerca Dio. Cerca Dio come un uomo con la testa in fiamme cerca l'acqua."
(Elizabeth Gilbert, Mangia, prega, ama - Una donna cerca la felicità, 2006)

- 30.

Una chiave antica nella mia mano.

Non ho mai saputo cosa aprisse questa chiave.
Non l'ho mai saputo fino a quel giorno in cui mio nonno mi confidò che senza di lei io non sarei nemmeno stata al mondo.
Lui l'aveva lasciata a mia nonna in custodia prima di partire per la guerra, dicendole che le avrebbe svelato che cosa aprisse, ma che lei avrebbe dovuto aspettare il suo ritorno.
Lei si fece promettere in cambio di tornare. Leggi tutto "33) Come il mare"