Cos'è un Vodcast e perché tutti ne parlano?
Nel panorama sempre più fluido della comunicazione digitale, i vodcast – video podcast – si stanno imponendo come uno dei formati più in crescita degli ultimi anni.
Un po' come dai blog a un certo punto siamo passati ai vlog.
(Presenti esclusi.)
Non si tratta semplicemente di "podcast con il video", né di video tradizionali.
Il vodcast mantiene la struttura conversazionale, narrativa o informativa tipica del podcast, arricchendola con una componente visiva che rende l'esperienza più coinvolgente e diretta.
Questa forma ibrida, già teorizzata nei primi anni Duemila, ha vissuto il suo boom tra il 2020 e il 2023, grazie alla diffusione massiccia dei contenuti video durante la pandemia e all'investimento di piattaforme come Spotify e YouTube che hanno progressivamente spinto il formato video anche nell'ambito podcast (basta cercare "video podcast" nelle rispettive caselle di ricerca).
Ma perché funziona così bene?
Il segreto sta nella fusione tra audio e immagine: ascoltare una voce mentre si osserva il volto dell'interlocutore, cogliere gesti, reazioni, silenzi, contribuisce a creare un legame più profondo tra chi parla e chi ascolta.
Inoltre, i vodcast sono più facilmente condivisibili sui social, meglio spendibili e perfetti per costruire un personal brand autentico.
Non è un caso che le piattaforme più importanti si stiano adattando, oltre a YouTube e Spotify:
- TikTok ospita brevi estratti di vodcast, ottimizzati per l'engagement rapido;
- Patreon e Substack offrono versioni esclusive e a pagamento, con tool IA integrati per personalizzare i contenuti.
Nomi e relativi numeri che confermano la portata del fenomeno: all'estero, da The Joe Rogan Experience a Emma Chamberlain, fino ad arrivare all'Italia con esempi sempre più consolidati come Muschio Selvaggio (Fedez e Luis Sal), Tintoria (Daniele Tinti e Stefano Rapone) e Cose Molto Umane (Gianpiero Kesten).
Il vodcast è diventato la forma espressiva di riferimento per chi vuole parlare al pubblico in modo diretto e stabilire una connessione.
Vodcast e Intelligenza Artificiale
Se il vodcast ha conquistato l'attenzione del pubblico per la sua natura ibrida e immersiva, è l'incontro con l'Intelligenza Artificiale a segnare come sempre la vera rivoluzione (nel modo in cui questi contenuti vengono prodotti, montati e distribuiti).
A differenza del podcast tradizionale – che resta un contenuto puramente audio – il vodcast si basa su una narrazione visiva dove mimica facciale, linguaggio del corpo, effetti di montaggio e ritmo visivo sono parte integrante del messaggio.
Proprio per questo motivo, la produzione di vodcast richiede risorse maggiori rispetto all'audio puro: più tempo, più strumenti, più competenze tecniche.
Negli ultimi due anni, l'Intelligenza Artificiale ha ridotto drasticamente le barriere tecniche, automatizzando le fasi più onerose del processo creativo: trascrizioni, sottotitoli, doppiaggi, effetti visivi, montaggi, voice-over, persino creazione da zero di contenuti video o audio sulla base di uno script.
Tra gli strumenti oggi più utilizzati nei vodcast troviamo:
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- Descript: una piattaforma per montaggio video e audio che funziona come un documento: registri, carichi il file, ottieni subito una trascrizione, poi modifichi il testo ed elimini parti indesiderate, e il video si aggiorna automaticamente. Fa cose come: rimozione automatica di filler ("um", "ehm"), pulizia del suono con qualità professionale, "eye contact" per correggere lo sguardo del parlante, rimozione dello sfondo video (green screen), generazione di sottotitoli, traduzioni e voci sintetiche. E così via.
- Wisecut: un editor video automatico smart, basato su IA e riconoscimento vocale, progettato per trasformare video lunghi in clip brevi, efficaci e pronte per i social (trascrive → elimina silenzi → aggiunge musica e sottotitoli → crea le clip).
- Runway ML: una piattaforma che offre strumenti di intelligenza artificiale multimodale per creare contenuti visivi e video ad alta fedeltà, fruibili via web, app iOS e API (i suoi modelli più avanzati includono Gen‑1, Gen‑2, Gen‑3 Alpha e Gen‑4). È in grado di fornire:
- Text‑to‑Video → creare video da prompt testuali.
- Image‑to‑Video → animare immagini con movimento, camera dynamics e modificare stili visivi.
- Video‑to‑Video → trasformare video esistenti mantenendo e modificando stile e composizione.
- Rimozione sfondi (green screen), inpainting, color grading via testo, motion tracking, slow‑motion, blur volti, analisi di scene, sottotitoli e trascrizioni.
- Strumenti per lip‑sync, generazione/modifica audio, rimozione silenzi e trascrizione automatica.
- Collaborazione in tempo reale, archiviazione su cloud, integrazione con Adobe After Effects, download, ecc.
- Pictory.ai: una piattaforma video-first che trasforma testo, script o URL di articoli in video pronti per i social. Obiettivo: creare video brevi in automatico per content marketing, social media, educazione. Funzionalità chiave: Trasformazione testo → video; libreria stock video / audio; voice-over IA; sottotitoli automatici; editing tramite storyboard testuale.
- Podcastle.ai: un ecosistema all-in-one, dalla registrazione (audio / video) all'editing (tagli, filtri, miglioramenti), a strumenti avanzati (sintesi vocale, trascrizioni, sottotitoli), progetti collaborativi e distribuzione. In particolare, qui abbiamo:
- strumenti di trascrizione Audio → Testo, Video → Testo, Podcast, riconoscimento "fillers" e traduzione audio video / audio in testo.
- Strumenti audio: registrazione podcast e audiolibri, anche multitraccia e in remoto (es. interviste fino a 10 ospiti); editing: taglio MP3/WAV, unione audio, loop, rimozione rumore ("Magic Dust"), filler, equalizzazione, riverbero; voice-over: registrazione voce, strumenti TTS (voci IA), clonazione vocale, modifiche (es. cambiamento voce); effetti sonori e biblioteca musicale royalty‑free, e prompter per podcast.
- Strumenti video: registrazioni fino a 4K, incluso podcast video; editing (taglia, unisci, ritaglia, cambia formato verticale / quadrato, riduci rumore audio / video, genera sottotitoli, trascrizioni, aggiungi testo, musica, doppiaggi...); compressione e conversione per ottimizzare upload e condivisione.
- Funzionalità di automazione: rimozione automatica dei silenzi e dei filler; IA video enhancer per migliorare qualità visiva, rimuovere sfondi, generare sottotitoli in più lingue.
- Piattaforma collaborativa → Basata su browser: nessuna installazione, salvataggio nel cloud, interfaccia intuitiva. Adatta a professionisti e principianti, composta da strumenti accessibili e pronti all'uso.
In altre parole:
- Per podcast professionali e video basati sulla voce, forse gli strumenti migliori sono Descript o Podcastle.ai.
- Per video brevi, rapide modifiche e contenuti social: Wisecut o Pictory.
- Per progetti visuali avanzati o generazione IA da zero: RunwayML.
Le piattaforme stesse stanno integrando funzioni IA nei propri sistemi:
Spotify ha introdotto la traduzione multilingua con voce clonata del podcaster originale, grazie alla partnership con OpenAI.
La nuova funzione "Voice Translation for podcasts", basata sulla tecnologia di sintesi vocale di OpenAI (Whisper), consente la traduzione degli episodi in più lingue preservando le voci originali dei podcaster. (Qui, il link ufficiale).
YouTube offre sottotitoli automatici, capitoli generati dall'algoritmo e supporta sempre più creator di video-podcast.
TikTok + CapCut: semplificano montaggio e adattamento short-form, con tagli automatici, testi ed effetti vari.
Per i creator, questo scenario è una svolta: meno costi, meno attrezzatura, meno dipendenza da team tecnici.
Ma non solo. L'IA offre maggiore accessibilità: sottotitoli per non udenti, sintesi vocale per non vedenti, versioni multilingua istantanee, formati ottimizzati per social e mobile.
Tuttavia, questa abbondanza tecnologica porta anche dei rischi, come la sovrapproduzione di contenuti simili e anonimi, la standardizzazione del tono e della struttura, o la perdita dell'autenticità narrativa, se non si mantiene un'identità riconoscibile.
Non tutto ciò che può diventare un vodcast ha davvero qualcosa da dire.
Nell'era della Creator Economy, però, chi riesce a mescolare creatività, identità personale e tecnologie ha un vantaggio competitivo reale.
L'IA non è una minaccia, ma una leva: permette a micro-creator, doppiatori, tecnici, storyteller indipendenti di emergere e costruire format sostenibili anche da soli.
In pratica, non serve più avere uno studio per cominciare, ma serve sapere cosa si vuole dire e come raccontarlo.
L'Intelligenza Artificiale non sostituisce i vodcast, li potenzia. Rende il formato più accessibile e produttivo, ma non può replicare l'anima della narrazione. E oggi, più che mai, chi ascolta sa distinguere tra video generati e storie raccontate.
Cioè, come ribadito più volte anche qui, è sempre il pubblico a riconoscere il valore delle cose.
E arriviamo al primo argomento caldo.
Come cambia il lavoro del doppiatore con l'Intelligenza Artificiale
Vien da sé che oggi bastino pochi minuti di audio per ricostruire digitalmente una voce.
Le tecnologie di sintesi vocale alimentate dall'Intelligenza Artificiale permettono non solo di generare una voce realistica da un testo (Text-to-Speech), ma anche di clonare fedelmente una voce umana (Voice Cloning) e persino di trasformare una voce in un'altra, mantenendo emozione, intonazione e ritmo (Speech-to-Speech).
Strumenti come: ElevenLabs, Descript (v. sopra) e Respeecher hanno trasformato questi scenari da fantascienza a realtà quotidiana:
- ElevenLabs consente la creazione di cloni vocali praticamente indistinguibili dalla voce originale, usati per audiolibri, video, podcast.
- Descript (funzione Overdub) permette a chi registra podcast di riscrivere una frase direttamente nel testo e farla pronunciare dalla propria voce sintetizzata.
- Respeecher è stato impiegato addirittura dalla Disney per far "rivivere" le voci di Darth Vader (con il consenso di James Earl Jones) e Luke Skywalker, in The Mandalorian.
Ma cosa comporta tutto questo per chi lavora con la voce?
Da un lato, gli strumenti IA offrono opportunità concrete, come la creazione di demo in tempi ridottissimi, la pre-produzione multilingua per audioguide, giochi, e-learning, collaborazioni ibride in cui IA e voce umana si affiancano.
Dall'altro, però, i rischi sono sempre gli stessi: minori occasioni per i doppiatori entry-level, perché la fase di "voce neutra" può essere automatizzata; clonazioni non autorizzate, spesso a partire da vecchie registrazioni pubbliche; contratti fino a poco tempo fa obsoleti che non tutelavano la voce come proprietà personale.
Ci sono voluti lunghi scioperi e il settore dello spettacolo che si è fermato e rifiutato, prima di creare la svolta: qui ho ampiamente analizzato gli sviluppi delle regolamentazioni sull'uso improprio dell'Intelligenza Artificiale in Italia e all'estero. Finalmente.
Come ricorda SAG-AFTRA (il principale sindacato americano per attori e speaker), "una voce clonata può fare un lavoro rapido, ma una voce vera crea un legame emotivo".
Come doppiatrice e come tecnologa, credo che il punto non sia demonizzare l'IA, ma trovare un equilibrio. La regolamentazione è necessaria. Le tutele sono state urgenti. Ma l'innovazione va accolta con spirito critico, non con paura.
Insomma… che ne è della voce umana?
Il doppiaggio – come ci ricorda lo splendido video "Diamo voce alle emozioni" narrato da Francesco Pezzulli – non è solo tecnica, ma corpo, presenza, relazione. La voce è un'estensione dell'anima.
E questo, nessun algoritmo può imitarlo.
Ne ho parlato in profondità nell'articolo dedicato al rapporto tra IA e doppiaggio professionale, a partire proprio da quel video.
Se ti interessa capire:
- come si stanno muovendo i sindacati, le leggi e le piattaforme,
- cosa significa perdere il lavoro a causa dell'IA senza tutele,
- cosa c'entrano Netflix e la pirateria,
- e perché rifiutare l'innovazione può condurre all'auto-esclusione dal futuro
→ leggi l'approfondimento completo: Doppiaggio💥IA: gli sviluppi al 2025.
Se come doppiatrice emergente mi sono ritrovata ai margini di un sistema bloccato e gravemente minacciato, come tecnologa e content creator ho invece potuto sperimentare, costruire e crescere in uno spazio nuovo.
Ho esplorato tutte le forme in cui la tecnologia poteva non sostituire, ma amplificare la mia voce.
E, sempre come da articolo già menzionato, se l'industria vuole sopravvivere alla rivoluzione IA, dovrà alzare l'asticella.
L'alternativa non è "lavorare come prima" o "essere sostituiti". L'alternativa è: trasformarsi in ciò che nessuna macchina potrà mai replicare.
Il creator che verrà: tra umano e artificiale
E qui abbiamo il secondo grande argomento caldo, secondo me.
In un'epoca dove ormai tutto è diventato "fluido", il creator non sarà solo un tecnico, né soltanto un artista. Sarà un ibrido, capace di muoversi tra software e visione narrativa, tra strumenti di sintesi e verità.
Chi è il creator ibrido?
È una figura nuova e in espansione, descritta già nel rapporto Adobe State of Creativity Report 2024: il 65% dei creatori usa strumenti di IA per velocizzare la produzione, ma solo il 18% li considera sostitutivi del lavoro umano.
Nascono ruoli come AI Collaborator o Prompt Designer, in cui competenze artistiche, tecniche e strategiche convivono.
Opportunità per chi lavora con la voce
Questo nuovo ecosistema apre strade inedite anche per doppiatori, narratori e performer vocali:
Voice Trainer per AI
Professionisti che prestano la loro voce per addestrare modelli sintetici, in modo etico, consapevole e contrattualizzato. È il caso di James Earl Jones, che ha autorizzato l'uso della sua voce per Darth Vader anche dopo il ritiro dalle scene.
Narratori immersivi
In ambienti VR e AR, la voce non è solo audio: diventa parte di spazi tridimensionali, esperienze sensoriali, storie vive.
Autori di format misti
Format narrativi che uniscono audio, video, suono generativo e intelligenza artificiale, come i vodcast narrativi con sound design dinamico o i podcast multilingua automatizzati.
Casi reali
Il canale Corridor Crew ha creato "Anime Rock, Paper, Scissors", un corto animato interamente generato con l'IA (voce compresa), ma con supervisione umana per il ritmo, il montaggio e l'interpretazione emotiva.
L'artista Holly Herndon ha sviluppato Holly+, una versione IA della sua voce messa a disposizione della comunità artistica. Una scelta radicale: condividere l'identità per creare valore collettivo senza perdere il controllo.
L'IA è uno strumento. Non un fine.
Il rischio non è che la macchina ci superi. Il rischio è che noi ci uniformiamo a lei, dimenticando cosa rende unico un contenuto: il gusto, il dubbio, il ritmo, l'imperfezione emotiva.
Perché, come scrive il filosofo Byung-Chul Han, "senza ferita, non c'è bellezza".
Il content creator del futuro sarà un artigiano digitale, capace di guidare l'IA e non farsi guidare.
Per i doppiatori e gli artisti vocali, come me, il futuro non è resistere alla macchina, ma addestrarla, dirigerla, completarla. E ottenerne i diritti.
Una nuova vocazione e concludiamo
L'Intelligenza Artificiale è qui per restare. Lo dicono i dati, lo mostra il mercato, lo sperimentiamo tutti ogni giorno.
Secondo Goldman Sachs, entro il 2033 l'IA generativa avrà un impatto diretto su un quarto dei compiti creativi, ma non sarà la macchina a prendere il controllo. A guidare saranno le persone capaci di unire creatività e competenza tecnica.
Non possiamo arrestare questa trasformazione.
Ma possiamo scegliere come viverla.
E il pubblico ha più potere di quanto pensa, poiché le scelte di ascolto e di visione influenzano direttamente i modelli produttivi.
Spotify ha introdotto l'AI DJ o la traduzione automatica dei podcast con voce sintetica modellata sull'originale? Ma i sondaggi raccontano che il 70% degli utenti riconosce quando una voce è artificiale, e il 62% dice di provare meno empatia in quei casi.
Ma guarda un po'.
Riconoscere il valore dell'autenticità e pretenderla anche nei contesti digitali è una responsabilità condivisa: non basta che il pubblico sia consapevole. Anche il settore deve fare la sua parte:
- i doppiatori devono formarsi, tutelarsi, sperimentare;
- i creator devono usare gli strumenti IA senza rinunciare alla propria voce;
- le piattaforme devono garantire trasparenza, consenso e qualità.
Questa trasformazione non è (solo) una minaccia.
È una chiamata a reinventarci.
Per i doppiatori, significa espandere il proprio ruolo: diventare formatori vocali per l'IA, designer sonori, registi di mondi narrativi ibridi. Per i creator, è l'occasione di costruire formati nuovi, più accessibili e inclusivi.
Per tutti, è il momento di chiedersi: che cosa rende la mia voce insostituibile?
Come spettatori, possiamo scegliere cosa alimentare.
E, come artisti, possiamo decidere se lasciarci travolgere o usare l'onda per andare più lontano.
In altre parole: non possiamo fermare l'onda. Ma possiamo imparare a surfare.