"Le parole sono, nella mia non modesta opinione, la nostra massima e inesauribile fonte di magia, in grado sia di infliggere dolore che di alleviarlo."
(Albus Silente, Harry Potter e i Doni della Morte: Parte II, David Yates, film 2011)
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Mi piacerebbe farli. Gli audiolibri, dico.
Che amo le storie si era capito. Che sono una divoratrice di libri mi sembrava chiaro, ma, nell'era in cui vigono Netflix e Spotify e io ho scoperto Audible, proprio devo dire che mi strafogo.
(Tanto per cambiare...)
Per non parlare del fatto che, nel frattempo, ho anche smesso di lavorare.
Quando ero bambina, mi addormentavo così, con le audiocassette delle fiabe che mi comprava la mia mamma, perché lei non era capace di raccontarle sempre uguali, come volevo io, e così ripiegava sui professionisti. Mi nutro di storie da sempre. Gli attori, le voci, sono stati parte della mia famiglia, della mia quotidianità, di momenti magici dell'infanzia. Un imprinting indelebile. Spesso malata e costretta a letto, mi sono nutrita di fantasia e immaginazione come del cibo che mi portavano in camera, di videocassette Disney e storie di ogni genere. Avere la febbre era la cosa più bella del mondo, alla fine. Praticamente, la dizione l'ho imparata da lì, dagli attori che mi possedevano le orecchie tutti i giorni, in un modo o nell'altro.
Non avevo mai considerato l'idea di poter passare dall'altra parte un giorno, e restituire qualcosa di simile allo stesso genere di felicità e di fascino che provavo io. Sarebbe un'altra importante chiusura del cerchio, poterlo fare. Cioè, tra doppiaggio classico, spot e audiolibri, io spero di morire con un microfono in mano.
Maurizio Falghera, fondatore della casa editrice Il Narratore, tra le altre cose ha pubblicato Lettura + Ascolto. Come migliorare l’apprendimento linguistico, emotivo ed empatico con gli audiolibri (2013), modalità proposta come complementare alla lettura tradizionale per il grande potenziale di accelerazione e approfondimento della comprensione e delle competenze linguistiche, e Come realizzare audiolibri in Home Studio (2014), testo che in particolare ho trovato brillante e pieno di spunti: sia dal punto di vista tecnico, di chi conosce il mestiere al punto da trovare la formula del minutaggio per la programmazione delle sessioni di registrazione in relazione alla durata indicativa totale dell'opera, sia dal punto di vista della narrazione e dell'interpretazione. Essendo poi che i fatti della vita mi hanno portato a lavorare col multimediale, con l'audiovisivo e con la musica, unita al digitale, e ad acquisire così inconsapevolmente le capacità tecniche per supportarmi in quello che faccio adesso, uso la mia piccola sala d'incisione, che un tempo usavo per suonare e cantare, per registrare la versione audio di questi articoli, come quello che state ascoltando. Vale a dire che gli strumenti tecnici indicati nel testo di Falghera già ce li ho: potrei veramente mettermi a fare audiolibri in casa!
Le statistiche parlano chiaro e la cosa inizia a farsi prendere sul serio, come si evince anche da questo articolo de La Stampa: "Col boom degli audiolibri per gli attori c’è una nuova carriera".
E un altro paio di articoli interessanti presenti su Il Narratore:
e
Probabilmente non ne ho ancora le capacità, perché la narrazione audio è diversa da altre forme di prosa ed ogni forma di prosa è una disciplina a sé stante, ma cerco le piattaforme più significative o le case editrici dove potermi proporre (Emons Edizioni, Il Narratore, LibriVivi), perché un conto è registrare in casa, un conto è far sapere al pubblico che hai un prodotto pronto. Poi ci sono le questioni burocratiche, i diritti SIAE legati alla parte testuale ed eventualmente a quella musicale, e così via.
Solo per usare la musica di sottofondo che state ascoltando, dopo varie peripezie, ho dovuto procurarmi una licenza SIAE annuale che ha ristretto le mie possibilità all'uso di soli dieci brani complessivi riprodotti a ripetizione, e alla sola fruizione online, senza possibilità di scaricamento delle tracce. A un certo punto, presa dallo sconforto, ho pensato che aveva senso scrivermela da sola, la musica. Ma poi, data la premessa di questa storia, avrei dovuto prevedere una quarantina di articoli circa con una media di dieci minuti di durata ciascuno, ovvero più di sei ore di audio. Praticamente come scrivere la colonna sonora di due o tre film.
Con due o tre vite a disposizione, volentieri. Ad esserne capaci.
Nel frattempo, faccio pratica con ogni possibile indicazione utile. Dallo stesso blog dei link precedenti, ecco qualcosa di utile:
https://www.ilnarratore.com/it/blog/2017-07-16/come-lavora-un-narratore-di-audiolibri
Come si fa a spiegare a certi personaggi, come il professor Maurizio Falghera, che sarebbe un sogno lavorare per loro, e con questo intendo anche portargli il caffè, imparare ascoltando, mentre si spazza, voglio dire.
Ci sono quattro categorie di persone: quelle che amano leggere libri nel senso più letterale del termine e godono persino dell'odore della carta, guai parlargli di audiolibri, quelli che non hanno mai letto nulla in vita loro ma grazie all'avvento degli audiolibri si riscoprono amanti della lettura ascoltata, quando è fatta bene, quelli più pratici e distaccati che basta leggere gli e-book, e quelli che "a me non piace leggere" che secondo me mentono senza saperlo. Cioè, è come dire "a me non piace il cinema", ma che vuol dire? Forse non ti piacciono alcuni generi, forse devi ancora trovare il tuo, quello che ti coinvolge e ti appassiona, forse non hai ancora trovato l'autore giusto, ma non credo sia possibile non amare "le storie", in generale. La parola storia già comporta curiosità e mistero. Forse c'è un problema legato al mezzo, o magari al tempo, per qualcuno. Io i libri me li respiro, nella carta, nelle mani, nell'anima, i manuali li leggo in e-book, e guai a chi mi tocca gli audiolibri, grazie ai quali leggo anche mentre faccio altro. E questa è una grande svolta tecnologica.
Perciò grazie a qualcun altro di gigantesco come Francesco Pannofino, che mi sta rileggendo tutti gli Harry Potter da capo, e, mentre mi emoziono, imparo come si fa. Grazie alle altre voci meravigliose che ho trovato su Audible, da Gino La Monica a Roberta Greganti, da Franco Zucca a Dario Penne, da Marco Mete a Pino Insegno, Bruno Alessandro, Emiliano Coltorti, Emanuela Rossi, Valentina Mari, Dante Biagioni, Aurora Ciancian, Roberto Pedicini, Leo Gullotta, Angela Ricciardi, Francesca di Modugno, e così via. Grazie a tutti i miei "insegnanti" quotidiani, alla compagnia di tutti i giorni, alle avventure e alle vite parallele. Che poi, grazie alla recitazione, si amplificano e riecheggiano anche fuori.
Tra le mie varie ricerche, scopro inoltre i cosiddetti "donatori di voce", e penso che sarebbe un bel modo di fare volontariato. E imparare facendo.
Nel frattempo, mi godo le mie nuove prospettive, e spero di arrivare alla prossima settimana con qualcosa in mano, oltre che in testa.
Vi lascio con un altro articolo a tema, secondo cui lo sviluppo cognitivo dei bambini in età prescolare è influenzato dal tempo passato con loro a leggere: http://www.sulromanzo.it/blog/leggere-ai-bambini-aiuta-il-loro-sviluppo-cognitivo.
Mentre io sogno di passare la notte in uno dei Book and Bed Tokyo.
D'altra parte non sarebbe la prima volta cadere nel sonno circondata dai libri.