- I No-Mag sono tutti come te?
- No, solo io sono come me.
(Animali fantastici e dove trovarli, film 2016, regia di David Yates)
- 107.
Si chiama test del DNA, ovvero 23andMe.
Mi viene questa cosa e la faccio. Sputo dentro a una provetta... si può dire sputo? E me la rispediscono indietro analizzata dopo un mese e mezzo.
Mi collego al sito e guardo i risultati che finalmente sono arrivati.
C'è solo un motivo per cui ho ritenuto opportuno far rientrare anche questo nel mio Tempo delle Cose Nuove, a parte la necessità di conoscere e definire me stessa in tutti i sensi; il motto: 23 pairs of chromosomes. One unique you.
Mi ha fatto pensare a quella pubblicità che partiva con un banco di spermatozoi in corsa, non so se ve la ricordate, e la voce fuoricampo che diceva: "Ricorda che sei arrivato primo almeno una volta nella vita..."
Voglio dire, son cose che uno ci pensa e rimane gratificato.
Secondo la formula "Health + Ancestry", ovvero sulla salute e sulla stirpe (la discendenza etnico-famigliare), la parte affascinante è per l'appunto la storia degli antenati; la parte che spaventa è quella delle malattie.
Voi vorreste saperlo? Se vi dicessero a quali malattie, disturbi, morbi, siete predisposti?
Curioso pensare di essere pre-disposti a qualcosa (latino pre - disponĕre, ovvero organizzare a monte). Cioè tu facciamo in modo che i capelli ce li avrai biondi e avrai una spiccata tendenza all'euforia e a un certo punto vediamo se sopravvivrai a questo bell'infarto che ti scrivo qui.
Che poi, fosse chiaro anche il giorno e l'ora, uno si può anche organizzare. Ma invece no, è una sorpresa. Sai solo che a un certo punto qualcosa devi aspettarti, è "scritto". Oppure potresti cavartela, ma non sapendo mai di averla scampata.
Non puoi dire questo a un ipocondriaco.
Comunque, tanto per farla breve, io sì, avevo deciso e pagato per saperlo. Prima di scovare, in seguito, questa piccola postilla in cui l'Italia è chiaramente indicata fra i paesi che di cosa moriranno non lo sapranno mai.
Ok, ora lo so. (Nel mio codice genetico dev'esserci sicuramente anche un grave deficit dell'attenzione, da qualche parte.)
**ostenta disinvoltura per mascherare disagio**
Scopro, in ogni caso, di avere degli antenati in Medio Oriente e Nord Africa per il 7,5%, e Africani subsahariani per lo 0,1%. Per il resto, prevalentemente europei e in particolare dell'Europa meridionale, secondo la seguente timeline:
Ricordate che ho parlato del mio legame istintivo-affettivo con gli afro-americani? Beh, non c'entra niente. Ma, a giudicare dal grafico, non potevo uscire precisamente bionda con gli occhi azzurri.
L'ho già detto che ho il sangue siculo? Non misto, proprio siculo. Anche se sono nata e cresciuta a Bologna. E, mio padre dall'est, mia madre dall'ovest, della Sicilia, sono venuti fuori guarda un po' legami con gli arabi, da un lato, e coi normanni dall'altro.
E viene fuori che ho anche legami coi nativi americani per lo 0,1%. Ovvero, ho probabilmente avuto un bisnonno di quarto, quinto, sesto o settimo grado che era al 100% nativo americano. Gli indiani con le piume. E questa persona è nata probabilmente tra il 1710 e il 1800.
E questa cosa mi ha abbracciato : ) e ha spiegato alcune cose.
Insomma, non sono proprio una bianca naturale.
Dovrei dire qualcosa sull'immigrazione, il razzismo e chi professa ancora la fede del sangue "puro" nazionale?
No dài, no.
La cosa carina di questo gioco sconvolgente, che in realtà è una forma di archivio naturale che riporta i dati degli ultimi 10.000 anni della nostra storia (chiamalo gioco), è che puoi scovare gente, e quindi parenti in vita che non sapevi di avere, in giro per il mondo, se anche loro hanno fatto il test e l'hanno registrato sul sito.
Io ho qualcuno addirittura in Australia.
Va a finire che organizzo il mio prossimo viaggio lì e posticipo il Profondo Sud.
Per non prolungarmi oltre sui fatti miei, dato che vi ho svelato la punta dell'iceberg perché il test è veramente fatto bene e vi lascio liberi di scoprire tutto quello che verreste a sapere per i fatti vostri, qui il punto è la riflessione che segue un banale, si fa per dire, test come questo.
Roberto Benigni, nel suo meraviglioso spettacolo sui Dieci Comandamenti, si sofferma alla fine sull'ultimo: non desiderare la roba d'altri.
Partendo da un discorso più generale sul desiderio, per usare le sue stesse parole, ricollegandomi anche a ciò che ho scritto nell'articolo precedente sul viaggio e la nostra bramosia di vedere e appartenere al mondo,
"Abbiamo proprio dentro di noi un'ansia continua, indistruttibile, di infinito. Siamo limitati nella nostra natura, ma infiniti nei nostri desideri. Infiniti. Come l'oceano. Avete visto? Che è infinito, ma sbatte contro i propri confini, totototom! Sentiamo dei sussulti dentro di noi. È quello. Desideriamo sempre. Ma desideriamo cosa? Lo dice la parola stessa: de-siderium, che viene da sidera, stelle. Lo spazio siderale, no? Si dice. Ovvero il bisogno, l'ansia, l'anelito di raggiungere, proprio di... abbracciare e di andare al di là delle stelle, di più! C'è qualcosa dentro di noi che ci dice che non ci basta tutto questo, non ci basta. E non solo noi, gli esseri umani, ma tutto l'universo è guidato da una tensione di desiderio, tutto il cosmo è desiderante, desidera essere qualcos'altro, cambiare, divenire. E non si ferma mai, questo è proprio scientifico! L'universo continua a muoversi, a vivere, a creare, a espandersi, a desiderare. Anche ora, in questo momento, sempre."
Meraviglioso.
Poi, l'ultimo Comandamento nello specifico. Ora, qui non mi interessa tanto fare la lezione di catechismo quanto invece dare un significato ulteriore a quel motto lassù, one unique you, un unico te, un significato che non avevo mai messo a fuoco veramente:
"[L'ultimo Comandamento] ci dice Guardate che i vostri desideri possono prendere una brutta piega! Fategliela prendere bella. Infatti, il desiderio, come abbiamo visto, non è negativo, anzi è meraviglioso, è un richiamo alla vita, è un dire di sì alla vita, è una fedeltà alla vita, no? Una tradizione biblica dice che il Signore ci chiederà conto anche dei piaceri e dei desideri leciti che non abbiamo voluto soddisfare. È scritto: non privarti di un giorno felice, non ti sfugga nulla di un legittimo desiderio.
È il suo lato oscuro che è perverso. Quando desideriamo tutto, quando diventa bramosia, avidità, istinto smodato, concupiscenza, invidia, tutte cose che stanno nel decimo e ultimo Comandamento non desiderare la roba d'altri, che vuol dire appunto non desiderare la vita degli altri, non desiderare di essere un altro, non rinunciare alla tua unicità.
Ci riguarda tutti. Nasce quando non si controlla più l'invidia. La bramosia. Fino a volere tutto, senza gioire di niente. Ecco, desiderare la roba degli altri è il desiderio più triste del mondo. È la negazione di tutto il senso della Bibbia, è il ritorno alla schiavitù, non siamo più liberi, è l'invidia unita all'avidità, un orrore! È l'ossessione furiosa per il possesso, e la legge è dominare le pulsioni. Tutti i Comandamenti sono pazienza, ascolto, dominio degli istinti, dominio del possesso... quindi, desiderare la roba d'altri è il più pericoloso dei desideri, il più vuoto, il più infelice."
A parte "non privarti di un giorno felice; non ti sfugga alcuna parte di un buon desiderio (Siràcide 14:14)" (ovvero, una benedizione sacra a quello che sto facendo), mentre ascoltavo la fine del discorso, mi sono resa conto che la mia mente era rimasta ferma a "non rinunciare alla tua unicità".
Ho continuato a pensarci, a quella frase. Che bella interpretazione dell'esistenza, dell'essere al mondo, della vita. Che bella cosa da tenere stretta. Non si tratta di un senso narcisistico del sé, si tratta di un'unicità di fatto, che prescinde da qualsiasi intenzione o artefatto volontario. Perché è genetica.
Tu che stai leggendo, se non ci fossi, mancheresti. Saresti insostituibile. Mi spiego?
Ma, se siamo tutti geneticamente e caratterialmente unici, e questo comprende inclinazioni naturali, esperienze e vissuto, siamo anche tutti uguali in questo. Camminiamo gli uni a fianco agli altri, a testa alta, con qualcosa da apportare, tutti. Ed ecco che allora l'invidia non ha senso di esistere, ecco che tutti abbiamo la stessa importanza, ed ecco che, anche se capita che ce ne dimentichiamo, siamo di fatto come nessun altro. Che lo vogliamo o no. Che qualcuno voglia ricordarcene o farcene scordare. Siamo speciali, unici, esclusivi, originali, irripetibili. Preziosi. E lo siamo tutti. Questa è una legge del mondo, non dell'uomo. È una legge naturale, è vera sempre.
E, se ancora non bastasse, se questo non bastasse a volerci bene, abbiamo in ultimo tutti i Comandamenti riassunti in uno, quello più importante, quello che ha portato Gesù:
"In questo comandamento sta tutta la legge: 'ama il prossimo tuo come te stesso'. Cioè, tutta la Bibbia, tutti i Dieci Comandamenti, tutti i Libri Sacri sono un commento a questo Comandamento: secondo la Bibbia questa è la legge regale, la legge perfetta, che contiene tutte le altre. Perché, chi ama, ha obbedito a tutti i comandamenti. Questo Comandamento è bello per davvero perché comincia con la parola ama, vola sopra a tutti qualsiasi cosa dicano, ci dice di amare il prossimo, ma... aspetta, ci dice anche come amarlo: dice 'ama il prossimo tuo come te stesso', quindi dobbiamo amare noi stessi, perché dobbiamo diventare la misura dell'amore per gli altri.
Ma la cosa più sorprendente, che uno non ci pensa mai... a prima vista sfugge, no? è che, quando dice Ama il prossimo tuo, ci sta dicendo non solo che ognuno di noi ha il dovere di amare, ma che ognuno di noi ha il diritto di essere amato. Il diritto. Perché anche l'altro deve amare te! Questo è un grande pensiero, grandissimo: vuole che ognuno di noi sia amato, vuol far provare a tutti cosa vuol dire, vuole che ognuno di noi abbia il diritto di conoscere questo miracolo. Insomma, tutto trova la sua pienezza, si ricapitola, si riassume in questa parola: amarsi."
Voglio chiudere così, restando in silenzio ad ascoltare, e farvi ascoltare dallo stesso Benigni, l'epilogo dello spettacolo.
E noi, in tutte le nostre unicità, siamo felici. Imperativo. È legge sacra.